Molti di quelli che ci seguono tutt'ora via etere arrivano ancora da quel primo contatto.
Questo blog non c'era ancora.
Mi ricordo di un tatuatore russo che mi contattò tramite mail per parlare un pò di tattoo.
Dovrei ancora riuscire ad entrare nella mia vecchia page e rispolverare quelle righe.
Ci promettemmo anche una visita reciproca ma poi i tempi cambiarono, entrambi abbandonammo il media e la cosa fini lì.
Anni dopo di lui continuai a sentire parlare e forse ora è il nome più colto sulla bocca di chi vuole fare l'intellettuale nel mondo del tattoo. Parlo di Nicolai Lilin.
Ieri sera abbiamo visto il film di G. Salvatores tratto dal suo omonimo romanzo "educazione siberiana".
Forse eravamo tra i pochi dell'ambiente a non averlo ancora visto e comunque ancora non ne ho comprato il romanzo.
Diciamo che avevo avuto quei chiari messaggi che mi fanno digerire poco le cose: averlo visto in una puntata di un programma "no sense" di quelli di cui la tv oggi è piena, sentirne parlare da persone così distanti dall'arte e dalla storia del mondo mi aveva fatto scendere tutto l'interesse verso un prodotto che, parlando di inchiostro sotto pelle, avrebbe dovuto subito attirare le mie attenzioni.
Ma Salvatores è uno dei miei registi preferiti, film come "Mediterraneo", "Amnesia" e "Nirvana" sono dei piccoli capisaldi nella nostra videografia e, così, ho confidato sull'intelligenza e le scelte di questo artista della pellicola che stimo da sempre.
Il film è indubbiamente piacevole, la storia è uno spaccato di vita interessante e l'etica dell'onesto criminale ha stimolato tutta la mia simpatia.
Tra l'altro Malkovich dovrebbe davvero pensarci di farsi una body suites perché ho trovato che i tattoo ben si sposano con un uomo del suo misterioso carisma e fascino.
Ho gradito che tutti gli attori fossero russi (a parte pochi esclusi), le ambientazioni sono davvero ben curate, i dialoghi sono come desideravo che fossero per una tematica così riot (l'etica dell'onesto criminale è possibile condividerla su molti fronti), si percepisce una certa mancanza e una certa fretta nello svolgersi della vicenda.
D'altronde racconta una vita vissuta intensamente ma in maniera poco introspettiva.
Ecco, forse uno avrebbe voluto leggere le parole e i pensieri che solo un diario può contenere, che solo ad un diario si possono dire.
Invece ci si pone spettatori: l'idea di essere il protagonista, l'udire certi ragionamenti tipici del racconto in prima persona ma invece raccontati senza un giudizio personale, funziona poco ma queste sono inezie, dette soprattutto da me, che di cinema e regia non ne so niente.
Quindi prendetele per quello che è: un post in un blog personale, esattamente come un diario segreto di una ragazzina. ;-)
Così, finita la visione del film, ho letto la biografia di Lilin e alcune sue interviste, non facendomene di nuovo una chiara idea.
Condivido il suo rifiuto della massificazione del tattoo e della perdita del significato personale che ci dovrebbe essere dietro questa scelta ma, dall'altro, penso al format televisivo e all'inaugurazione del suo nuovo studio e le cose mi sembrano conciliare poco con le sue parole.
Magari dovrei riprendere il contatto e avere, così, la possibilità di farmi un'idea tutta mia di questo indubbio personaggio. Sento che alcune cose ci uniscono e sono interessata a saperne di più.
Vi terrò aggiornati se ci sono novità!
Intanto però voi guardatevelo in una di queste prime grigie e fredde serate, vi piacerà!
***Miss***
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