da Varese, le odierne peripezie ed i mille interessi di una stramba famiglia di tatuatori!

Ho sempre pensato che la mia vita è piena di gente interessante e folkloristica, di gente colorata e gente molto dark,
di occasioni speciali, di fotografie, libri e scambi di informazioni...
Vorrei queste pagine fossero un'occasione per contaminarci e sorriderci su!!!!


Se desiderate contattarmi per qualsiasi chiarimento, opinione o scambio di vedute mi trovate qua: artistichousewife@hotmail.it

martedì 15 gennaio 2013

Otoko (maschere maschili)

In funzione della classe sociale del protagonista, gli attori del NO scelgono la maschera più adatta tra le OTOKO-MEN.
Queste maschere rappresentano uomini di diverso status sociale e spesso vengono classificati in base all'età.
Sono fanciulli di paese, giovani monaci, raffinati cortigiani, guerrieri oppure saggi anziani.
Esistono poi maschere che raffigurano esattamente i protagonisti di opere teatrali molto importanti come Kagekiyo o Shunkai.
Così, mentre in generale una maschera può essere utilizzata per diversi ruoli, è vero il contrario per le maschere speciali: un unico ruolo può essere interpretato da più maschere.

Le pettinature e le parrucche legate a queste maschere sono anch'essi segni distintivi dei personaggi: i giovani hanno di solito i capelli che ricoprono la fronte, guerrieri e cortigiani hanno i capelli laccati di nero.
Le sopracciglia sono dipinte con sottili linee nere lungo la parte superiore degli occhi, spesso con un'ispessimento che svolta verso la parte alta ed esterna della maschera.
Per le maschere che interpretano ruoli dell'alta società, come per i ruoli femminili le sopracciglia vengono ridotte a due sottili linee, rispettando la moda dell'epoca di ridurle al minimo e ridisegnandole.

Per gli uomini in età matura sono presenti anche baffi e barba, spesso rappresentata con il disegno e non con l'inserimento di pelo animale.

Gli occhi e le palpebre sono sempre rappresentate in maniera realistica.

Esaminiamo le principali maschere appartenenti a questa categoria:

* CHUJO

La maschera CHUJO si ispira al vero volto di Ariwara no Narihira, un poeta e cortigiano dell'epoca Heian.
Il suo nome significa "capitano" visto che questo è il rango militare raggiunto nella sua vita a 53 anni.
L'aspetto nobile ed un pò triste di questa maschera ben esprimono le caratteristiche di un elegante membro di questa classe sociale dell'epoca.



* IKKAKU-SENNIN

Secondo la tradizione, questa maschera, realizzata per la prima volta in epoca Muromachi, ritrae l'immortale "eremita unicorno" che sarebbe vissuto .sulle montagne indiane vicino a Varanasi.
Il mago, figlio di una cerva, crebbe con un corno in testa e zoccoli al posto dei piedi, acquisendo poteri particolari.
Un giorno i suoi zoccoli scivolarono sulla fanghiglia creata dalla pioggia, per vendicarsi con i suoi poteri rinchiuse il Dragone (divinità delle piogge e dell'acqua) in una grotta, causando una lunga siccità.
L'Imperatore allora gli inviò una donna di rara bellezza, Senda-Bunin, per appropriarsi del suo potere ammaliandolo con il suo fascino: la missione riuscì e il Dragone, fuggendo, permise di nuovo alle piogge di cadere in terra.

La maschera ritrae efficaceente l'oscuro aspetto dell'eremita, i cui anni di pratiche esoteriche ne conferirono grande potere.

Quando il corno risulta removibile la maschera può essere anche usata per interpretare Ayakashi.


* IMAWAKA


Imawaka rappresenta un giovane uomo di nobile stirpe, simile a Chujo. 
Questa maschera è utilizzata per rappresentare ruoli giovanotto, come il fantasma del poeta del periodo Heian, Ariwara no Narihira nell'opera Unrin'in.

* JUROKU



Juroku rappresenta un giovane personaggio maschile come un guerriero o un principe del clan Heike.
Si dice rappresenti il nipote di Taira no Kiyomori, Taira no Atsumori (1169-1184).
Il suo nome significa "sedici" data la sua prematura morte a quell'età quando fu sconfitto da Kumagai Naozane nella battaglia di Ichinotani, di cui si fa riferimento nella tragedia di Heike.

Viene rappresentato come un giovane di bell'aspetto con fossette e occhi luminosi nel pieno fervore della sua giovane età.

* YORIMASA



Yorimasa è stato un grande poeta e guerriero giapponese.
Durante la sua vita egli prestò servizio presso 8 diversi Imperatori ricoprendo differenti cariche e mansioni, come quella di capo dell'arsenale (HYOGO NO KAMI).
Nella storica contesa, che per decenni oppose il clan Taira al clan Minamoto, Yorimasa cercò di rimanere inizialmente fuori dalla diatriba evitando di prendere una posizione a favore di uno dei due. Nel corso della Rivolta Heiji del 1160 si schierò però a favore del clan Taira consentendo alle sue forze di rovesciare quelle di Minamoto. Successivamente però cambiò idea e nel 1179 abbandonò l'esercito di Kiyomori per mettersi alla guida di quello del clan Minamoto.

Nel 1180, durante la battaglia di Uji, Yorimasa  difese con le sue truppe il tempio buddhista di Byodo-in nella prefettura di Kyoto. Nonostante i monaci, che vivevano nel tempio, avessero distrutto il ponte che consentiva l'ingresso alla struttura, le forze del clan Taira riuscirono comunque a conquistarlo.
Così Yorimasa decise di porre fine alla sua vita commettendo seppuku, in quello che molti storici riportano come secondo esempio della storia di suicidio volontario di fronte alla propria sconfitta, a seguito di quello eseguito da Minamoto no Tametomo dieci anni prima.

Secondo la leggenda dopo il Seppuku il suo servitore prese la sua testa per evitare che cadesse in mano nemica e, allontanatosi dal tempio legò la testa ad una roccia e la getto nel fiume Uji dove non fu mai ritrovata.

L'ultima poesia composta da Yorimasa prima della morte è stata:

"Come un vecchio albero
da cui non si raccolgono i fiori
triste è stata la mia vita
destinata a non portare alcun frutto"

Questa maschera viene utilizzata per rappresentare le sue geste in opera teatrale.

* SHOJO


Shojo è uno spirito dl mare con la faccia rossa e una grande passione per l'alcol.
La parola Shojo è infatti usata per riferirsi a qualcuno che beve molto.
In Giappone spesso vine associato l'ideogramma ai nomi di vegetali o animali a indicarne la dominanza di colore rosso/arancio, come gli aceri, una scimmia o la libellula (shojo tonbo ovvero libellula dalla faccia rossa).
Oppure si usa shojo per indicare il grande amore e ossessione per le bevande alcoliche come nel caso della bae shojo, una mosca che tende a sciamare intorno al saké.

Miyazaki, nel film d'animazione "La principessa Mononoke", parla delle creature scimmiesche che lottano per proteggere la foresta dalla distruzione dell'uomo piantando alberi, come di creature Shojo.

L'artista giapponese Kawanabe Kyosai, anch'esso conosciuto per il suo comportamento eccentrico e per le sue buone doti di bevitore, spesso si riferiva a se stesso come di un Shojo.

* DOJI


La maschera O-Doji (letteralmente "grande" Doji) rappresenta un giovane ragazzo con la qualità eterea dell'eterna giovinezza. Il viso ovale gli attribuisce un carattere mite e bonario, le sopracciglia arcuate aiutano a trasmettere la gnerale sensazione di innocenza accoppiata a stupore e sorpresa.
Tale maschera viene usata in opere come Makura Jido e Kiku Jido, in cui il personaggio principale festeggia il buon auspicio per il regno imperiale presentando l'acqua della Fontana della Giovinezza al messaggero dell'imperatore.
Insomma, Doji ha l'elisir di lunga vita e spesso viene indicato anche come il "ragazzo tamburo" che scende dalle stelle per ballare a Tenko.

* KASSHIKI


Questa maschera rappresenta un giovane servo tra i 12 e i 17 anni. Viene rappresentato con un fascino quasi femminile caratterizzato dalle fossette alle guance e un accenno di sorriso.
Gli occhi sono tipici delle maschere che rappresentano ruoli giovanili e la pettinatura può variare in due stili di frangia: pettinata verso il basso sulla fronte oppure raccolta come una foglia di Ginko.



* AYAKASHI


Ayakashi è la maschera che viene usata per descrivere i fantasmi apparsi in mare durante un naufragio ma viene generalmente usata questa parola per indicare spiriti ultratrreni o anime perdute.


* KAGEKIYO


E' la maschera del un famoso guerriero diventato cieco e quindi caduto in sventura, si mette a fare il mendicante nella provincia di Hyuga.
Nell'opera si racconta come la figlia, alla ricerca del padre, finisce in visita alla capanna del mendicante per chiedere informazioni non riconoscendolo.
Kagekiyo nasconde la propria identità alla figlia per vergogna della propria miseria e la manda via senza rivelare di esserne il padre.

* YOROBOSHI


Nell'opera in cui si usa questa maschera si narra la storia di un ragazzo falsamente accusato di un crimine e per questo cacciato di casa da suo padre. Il ragazzo va in giro errando per il territorio attraversando moltissime difficoltà e scontri uno dei quali lo renderà cieco. Infine arriva al Tempio Tennoji a Osaka dove si stabilisce chiedendo l'elemosina.
Nel frattempo il padre scopre la falsità delle accuse e parte alla ricerca del figlio. Alla fine dell'opera il padre trova il figlio e lo riaccompagna nella loro casa.
La maschera di Yoroboshi viene realizzata in molte versioni ma tutte hanno gli occhi chiusi, i capelli sulla fronte e la sofferenza resa visibile dall'espressione del volto.

Viene anche chiamato "il prete dal trepido passo".


* SEMIMARU


Anche questa maschera rappresenta un giovane cieco come Yoroboshi ma essendo un giovane nobile i capelli non sono scompigliati sulla fronte.
Nel dramma che ne narra le gesta, Semimaru è un giovane principe cieco che viene cacciato dalla corte dell'Imperatore e quindi si mette in marcia sulla pendici delle montagne cnfortato solo dal suono del suo liuto.
Riconoscendo che la sua condizione di vita è la conseguenza delle sue precedenti gesta esso accetta la sua sorte con spensieratezza.
Un giorno la sorella riconosce il suono del suo strumento e così si ricongiunge al fratello che non vedeva da tempo. Ma dopo un breve tempo di racconti e aggiornamenti sulla vita di entrambi, pur esortato dalla sorella a seguirla nella sua dimora, Semimaru ritorna a errare consapevole del proprio destino carmico.

* KANTAN OTOKO


Kantan è un uomo alla ricerca dell'Illuminazione. Dopo tanto errare, in uno dei suoi viaggi, si ferma a riposare in una locanda è, in sogno, vede se stesso grande e potente. Al risveglio si rende conto che era solo una visione e, riconciliato con la sua vita, ritorna al villaggio natale
La maschera è modellata con un movimento delle sopracciglia che evochi il suo scetticismo malinconico e la chiarezza illuminata. I solchi delle sopracciglia sono tese e gli occhi arrotondati verso il basso ma le guance sono piene e la bocca, in un accenno di sorriso, mostra due file di denti anneriti.
Questo a indicare le sue origini comuni, di uomo del popolo.

* SHUNKAN



E' la maschera di un sacerdote esiliato sull'Isola di Kikaigashima insieme ad altri due funzionari per aver cospirato contro il potere del primo ministro.
Il dramma inizia con il viaggio verso l'Isola di un messaggero che porta la grazia ai due abitanti dell'isola oltre a Shunkan. Sull'isola intanto i tre esuli ricordano con nostalgia la loro vita passata.
Appena arriva la nave con il messaggio di perdono tutti e tre esultano felici ma appena saprà che Shunkan non è stato incluso nella lista esso si abbandona alla tristezza e resterà solo nel suo esilio.
La maschera esprime tutto il suo dolore e disperazione

(continua...)


 





domenica 13 gennaio 2013

La Maschera OKINA




La maschera OKINA, onnipresente all'apertura di Festival  celebrazioni rituali in tutto il Giappone, rappresenta l'iniziazione al teatro NO.
Si narra che le OKINA fossero già usate in epoca HEIAN (794/1185) in occasione del rituale "SHIKISANBAN" (ovvero "in tre atti") meglio noto proprio come Okina.
Il rito, di chiara influenza buddhista, deriva dalle tradizioni importate in Giappone dalla Cina.
Purificazione e fertilità appaiono come scopo primario.

Nel XIV si differenziaro più rappresentazioni di questa maschera:
* il vecchio bianco Okina (HAKUSHIKIJO)


* color carne (NIKUSHIKIJO) che celebra la pace sulla Terra


* color nero (KOKUSHIKIJO) che benedice i 5 cereali e i campi



* e il vecchio padre (CHICHINOJO) simbolo di longevità.


I tre ruoli fondamentali che venivano rappresentati con la maschera dell'anziano simboleggiavano le divinità del riso, del rinnovamento e della fertilità, le tre regole del buddismo (legge, premio, castigo e obbedienza), le tre religioni (shintoismo, Buddhismo e Confucianesimo), le tre divinità Shinto (Tensho Daijin, Hachiman Daibosatsu e Kasuga Daimyojin) e le tre razze del mondo.

Nonostante una grande varietà di interpretazioni e ruoli, le maschere Okina sono tutte simili.
La mascella inferiore è separata da quella superiore e unita con una cordicella di canapa, seta o cotone.


Diversamente dalle altre Omote, che vengono indossate fuori dalla scena permettendo all'attore di celare la propria identità, la maschera Okina viene trattata come un oggetto di culto, sia prima dello spettacolo che in scena, ove viene portata in una scatola e indossata durante l'atto teatrale.

Successivamente esso apre la bocca e pronuncia parole senza alcun significato ma portentose: è il Dio che, attraverso l'attore, si esprime con parole che gli umani non potranno comprendere.

Si dice che il ruolo di Okina sia lo scopo ultimo di un attore di teatro NO tanto che si ritiene che nell'interpretarlo la vita stessa dell'attore si riduca.

Le rughe intorno agli occhi, dalla forma di acqua che scorre, la rendono molto elegante, mentre la barba simboleggia la longevità.
La mascella inferiore è separata dal resto della maschera e le sopracciglia a pon-pon costituiscono un carattere distintivo di questa maschera.

La più antica maschera ancora oggi esistente è conservata  nel Santuario di Itsukushima nella prefettura di Hiroshima.

Si narra che in un terreno nei dintorni di Nara si aprì un cratere dal quale uscivano vapori venefici.
L'imperatore diede ascolto a un gruppo di saggi interrogati sull'evento che consigliarono di dare fuoco intorno al cratere per annullarne l'effetto.
L'espediente funzionò e attorno al cratere si organizzò una danza SARUGAKU con la prima maschera Okina. Da allora l'uso di questa maschera nei riruali Shinto non venne mai più a mancare.

Ha il sorriso dolce e benevolo delle divinità che auspicano la Pace in Giappone e nel mondo, raccolti abbondanti, longevità e prosperità delle attuali e future generazioni.


(...continua...)

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