da Varese, le odierne peripezie ed i mille interessi di una stramba famiglia di tatuatori!

Ho sempre pensato che la mia vita è piena di gente interessante e folkloristica, di gente colorata e gente molto dark,
di occasioni speciali, di fotografie, libri e scambi di informazioni...
Vorrei queste pagine fossero un'occasione per contaminarci e sorriderci su!!!!


Se desiderate contattarmi per qualsiasi chiarimento, opinione o scambio di vedute mi trovate qua: artistichousewife@hotmail.it

sabato 26 ottobre 2013

HOTCORN!

Riconosco che i filmati di Juan Pablo Zaramella sono fantastici! Buon inizio di un weekend scoppiettante!


venerdì 25 ottobre 2013

Un Gioiello di Sacro Cuore!!!


La devozione al Sacro Cuore è una delle devozioni più note, ampiamente praticate e conosciute , prendendo cuore fisico di Gesù Cristo come la rappresentazione del suo amore divino per l'umanità .
Questo tipo di devozione è prevalentemente utilizzato nella Chiesa cattolica.
Esso sottolinea l'amore assoluto, la compassione e la lunga sofferenza del cuore di Cristo verso l'umanità .
L'origine di questa devozione nella sua forma moderna è derivato da una suora cattolica francese, Margherita Maria Alacoque, che tra il 1673 e il 1675 ha ricevuto il messaggio divino durante alcune apparizioni mistiche avvenute tra il 1673 e il 1675 e più tardi, nel 19 ° secolo, dalle rivelazioni mistiche di un'altra suora cattolica romana, in Portogallo, Maria del Cuore Divino , contessa Droste zu Vischering, che ha chiesto che il Papa Leone XIII di consacrare al mondo intero il Sacro Cuore di Gesù .


Il Sacro Cuore è spesso raffigurato nell'arte cristiana come un cuore fiammeggiante splendente di luce divina, trafitto dalla lancia, circondato dalla corona di spine e sormontato da una croce.
A volte l'immagine è mostrata splendente nel petto di Cristo con le sue mani ferite che puntano al cuore.
Le ferite e la corona di spine alludono alla morte di Gesù, mentre il fuoco rappresenta il potere di trasformazione dell'amore divino .


La festa del Sacro Cuore è fissata nel calendario liturgico cattolico-romano dal 1856 e si celebra 19 giorni dopo la Pentecoste sempre di Venerdì.


Il Sacro Cuore è stato anche coinvolto in apparizioni sante come quelle di Santa Caterina Labouré nel 1830 e appare sulla famosa Medaglia Miracolosa.
Sulla Medaglia Miracolosa è presente il Sacro Cuore coronato di spine.
Anche il Cuore Immacolato di Maria appare anche sulla medaglia, vicino al Sacro Cuore, ma è trafitto da una spada, invece di essere coronato di spine.
Sull'altro lato della medaglia è presente la Santa Vergine ai piedi della Croce, quando Gesù veniva crocifisso.
A volte le immagini mostrano sotto di loro un elenco dei membri della famiglia , che indica che l'intera famiglia è affidata alla protezione di Gesù nel Sacro Cuore.

Inutile dirvi che la nostra famiglia è piena di queste icone: tra medaglie, santini, serigrafie e rosari io amo l'icona del cuore e pur essendo un ATEA PRATICANTE (ahaha) porto rispetto al lato colorato delle religioni e alle splendide opere d'arte che l'amore per un'entità superiore ha sempre portato l'uomo a eccellere e superarsi di opera in opera.

Ne è piena dimostrazione anche questo pezzo della mia collezione che uso nelle occasioni speciali e che mi è stato donato da un'amica/cliente qualche anno fa e che da allora uso sia come spilla che come decorazione nei capelli.
si tratta di una spilla prodotta dallo stilista francese Christian Lacroix a tema sacro cuore.
Piccola biografia dello stilista:

"Dopo aver studiato storia dell'arte all'Università di Montpellier, nel 1973 si traferisce a Parigi dove si iscrive alla sorbona e alla Ecole du Luvre, studiando come curatore di musei.
Nel 1978 diventa assistente di Guy Paulin di Hermés e dal 1981 lavora presso la casa di moda di Jean Patou. Finalmente nel 1987 fonda la Maison Christian Lacroix, la linea Pret-a-porter viene realizzata ad Ancona.
La produzione di Lacroix, a differenza dell'alta moda del periodo, si ispira alle tradizioni del sud della Francia e della Provenza.
Nel 1987, Lacroix riceverà il riconoscimento dello "stilista più influente" della CFDA.
Nel 1989 vengono aperte nuove boutique a Parigi, Arles, Aix-en-Provence, Tolosa, Londra e in Giappone."










Nonostante io non ami troppo la bigiotteria devo ammettere che quando indosso questa spilla mi sento sempre unica e veramente fashion!

:-)
***Miss***

Vecchie tradizioni Nuove soluzioni!

Chi di voi ha mai perso un bottone della giacca o del cappotto?
Quanto di voi sanno risaldarlo o cambiarlo?
Oggi che la moda e gli acquisti seguono trend velocissimi, immagino che molti di voi preferiscano accantonare il capo piuttosto che cimentarsi nella vecchia "tradizione" del cucito.

Io, invece, credo fortemente nella ripresa di quelle piccole cose dal sapore casalingo che, oltre a lasciarti un buon sentore di riciclo, ti sa regalare anche l'inaspettata sensazione di avere un capo nuovo e unico.

E' il caso della mia giacca autunnale preferita.
Comprata da Zara, si tratta di un tre quarti di velluto blu, dal sapore marinaresco con doppiopetto e un sacco di bottoni con ancora oro su blu.
I bottoni erano pesanti e, visto che per me era una giacca che usavo tutti i giorni per la sua comodità e versatilità, piano piano le tasche mi si sono riempite dei bottoni che pian piano, aperitivo dopo aperitivo, saltavano via.
A fine inverno scorso avevo comprato dei bottoni per dare un nuovo look a questo capo "familiare" del mio armadio. E stamattina ho deciso di cambiarli tutti e 24 (!!!!) e stasera me la sfoggerò all'aperitivo lavorativo che mi aspetta nel negozio più anticonvenzionale di Varese (l'Archetipo, ma ve ne parlerò più avanti) con tanto di trans dal quale mi farò fare le carte.

Intanto vi mostro la riuscita del mio cambio look al cappotto e poi aggiornerò con foto e relativo racconto della serata di stasera.











Vecchie tradizioni, Nuove soluzioni no?

mercoledì 23 ottobre 2013

LUMINARIS

Se avete sei minuti di tempo per svagarvi, non pensarci, provare emozioni e sorridere guarda questo capolavoro del cortometraggio.

La Stopar's family lo adora!

Luminaris from Juan Pablo Zaramella on Vimeo.

martedì 22 ottobre 2013

BARBER FOR LIFE

I rasoi vedono la loro prima comparsa alle radici dell'uomo, circa 3500 anni fa, nell'Eta del Bronzo, nell'Antico Egitto.
Nella società egiziana il ruolo del barbiere era illustre e rispettato. 
Ne è la prova il ritrovamento a Tebe, nella tomba n.45 di una statuetta di 18 cm di altezza, raffigurante il barbiere MERYMA'AT. 


Esso era il barbiere responsabile della rasatura dei Sacerdoti del tempio di Amon. 
Il rito della rasatura per il clero durava tre giorni, nei quali veniva rasato tutto il corpo, capelli compresi, come necessità alla purificazione religiosa.
Anche nella Grecia antica il barbiere continuava ad essere molto popolare e proprio in quei tempi nacquero le prime botteghe divenendo anche un luogo di incontro e di chiacchiera molto apprezzato, al pari dell'Agorà.
In questo caso il compito del Barbiere non era solo di tagliare il pelo ma anche di curarlo e preservarlo, facendo diventare di uso comune l'idratazione della pelle e la profumazione dei corpi.


Nell'Antica Roma il barbiere veniva chiamato TONSOR e al suo servizio vi si ricorreva anche più di una volta al giorno.
La bottega del barbiere era già come poi venne perpretata nei secoli: una panca percorreva tutto il perimetro della stanza per dare seduta a chi attendeva il proprio turno, gli specchi alle pareti aiutavano il cliente a monitorare il lavoro ed a constatarne il risultato, uno sgabello al centro della stanza accoglieva il cliente di turno che veniva coperto con una salvietta chiamata INVOLUCRUM  e spesso il proprietario aveva anche un'aiutante chiamato CIRCITORES.
La rasatura veniva effettuata tramite rudimentali rasoi di ferro che venivano affilati sulla pietra e permettevano una rasatura arcana, grezza e non priva di pericoli.
Ma nessun uomo onorato poteva sottrarsi dal rito visto che era un'usanza necessaria per essere considerato adulto e credibile e, comunque, per non sfigurare in società. 
Infatti le uniche eccezioni che si verificavano erano per i filosofi, i soldati e per i senza fissa dimora.

Il taglio della prima barba era presso i romani un vero e proprio solenne rito (depositio barbae) e la lanugo appena tagliata veniva conservata in una pisside, d'oro per i più ricchi, di altri materiali per i meno abbienti, e offerta agli dei.
Anche gli schiavi erano costretti dal loro padrone a farsi radere da un tonsor, pubblico o più economicamente da un servo della casa. 
Certo è che nessuno si radeva da solo: curiosamente si sono trovati molti rasoi risalente all'età preistorica o etrusca ma quasi nessuno dell'età romana: questo perché mentre quelli più antichi erano in bronzo e si sono conservati quelli romani erano in ferro e sono stati consumati dalla ruggine.
Questi rasoi in ferro, benché ci si sforzasse di affilarli il più possibile, venivano poi usati sulla pelle nuda del malcapitato senza alcun uso di sapone o altri unguenti: tutt'al più si spruzzava il viso da radere con dell'acqua.
Rari erano i barbieri che non sfregiassero regolarmente i loro clienti tanto da essere celebrati dai poeti che come Marziale celebrano con un epitaffio il famoso tonsor Pantagato, ormai defunto:

«...Per umana e leggera tu gli sia
Terra, e lo devi, più leggera
della sua mano d'artista non sarai»


Ma per gli altri, che non fossero clienti di Pantagato, radersi era una sofferenza: vi erano barbieri lentissimi nella rasatura per non tagliare i loro clienti, tanto che Augusto nel frattempo poteva dedicarsi al suo lavoro scrivendo o leggendo, oppure così veloci che

«... Le stimmate che io porto sul mento
quante un grugno ne ostenta
di pugile in pensione, non mia moglie
me l'ha fatte, folle di furore,
con le sue ugne, ma il braccio
scellerato d'Antioco e il suo ferraccio...»


Il tormento della rasatura era tale che quando l'imperatore Adriano, all'inizio del II secolo, si dice per nascondere la brutta cicatrice di una ferita, si fece crescere la barba, la gran parte degli imperatori e del popolo romano lo imitarono per i centocinquant'anni seguenti con profondo sollievo, senza alcun rimpianto per quella tortura che avevano sopportato per due secoli.


Fu nel Medioevo che i barbieri assunsero anche il ruolo di medici visto che il Primo Concilio Lateranense (1123) vietò ai sacerdoti di occuparsi di medicina distogliendosi dai propri compiti spirituali.
Così nella bottega del barbiere si prese anche ad incidere ascessi, estrarre denti, ricomporre fratture e rimuovere pidocchi, zecche e pulci. Il tutto in condizioni igieniche aberranti.
Ma tra tutte queste attività mediche praticate dal barbiere una era la più richiesta ai tempi: il SALASSO.


In quell'epoca si riteneva che il cibo si trasformasse in sangue e che, quest'ultimo, veniva storato nel fegato in attesa di essere "consumato" dall'attività fisica. 
Così, quando una persona cadeva in malattia perdendo forze, si credeva che, ripristinando i valori del sangue (togliendone quello in più), si sarebbe favorita la pronta guarigione. 
La pratica del Salasso veniva eseguita praticando un taglio ad una vena oppure applicandovi delle sanguisughe.

 I medici ritenevano il salasso una pratica minori e la delegarono felicemente alle botteghe dei barbieri.


Fu così che, anche questi negozi, ebbero l'esigenza di farsi riconoscere tra le altre botteghe e nella Londra medievale non ci andarono per il sottile: presero a mostrare come insegna il sangue raccolto in vasi di vetro esponendole così alla vista di ogni passante.
Nel 1307 i londinesi, stanchi del malsano odore che quelle "insegne" recavano, emanarono una legge per vietarne l'uso e nella stessa venivano obbigati a gettare nel Tamigi l'avanzo organico del loro lavoro.


E proprio in seguito nacque quella che per tutti è la vera insegna di questi negozi. Questa:


Questo palo era stato scelto a rimando del bastone che veniva dato durante i salassi ai clienti da stringere nel pugno per scaricare la tensione e aumentare la pressione e di conseguenza la visibilità delle vene.
Il pomo di bronzo all'estremità invece rimanda al vaso con il quel si raccoglieva il sangue.
Le strisce bianche invece vennero aggiunte in un secondo momento e nacquero dall'usanza di stendere le fasciature usate e lavate ad asciugare proprio attorcigliandole sul palo e dando così prova della riuscita dell'intervento.
Con il tempo si prese a dipingerle direttamente diventando l'insegna di questa attività in ogni parte del mondo, con la sola eccezione dell'america che ha anche una striscia blu.
Alcuni dicono che il blu è stato aggiunto per rappresentare così il sangue venoso e quello arterioso altri sostengono che sia stato solo un atto di patriotismo riferendosi ai colori della bandiera americana.

Con il XVIII secolo i chirurghi e i barbieri ebbero la loro regolamentazione e il lavoro di questi ultimi fu solo relegato alla cura di capelli, barbe e baffi a iniziare dall'Inghilterra per poi diffondersi in tutta Europa.
Questo coincise con la nascita della Medicina Moderna (metà del 700).


 I rasoi a mano libera sono rasoi con una lama fissa detta anche rigenerabile in quanto pensata per essere periodicamente riaffilata. Spesso sono chiamati anche rasoi a serramanico in quanto i modelli più diffusi in occidente hanno la lama che si ripiega all'interno del manico.
I rasoi a mano libera sono stati il principale metodo di rasatura fino all'inizio del 1900.


I rasoi a mano libera richiedono una maggiore attenzione durante la rasatura e un'accurata manutenzione che consiste nell'affilatura periodica su pietra da affilare e nell'utilizzo della Coramella per mantenere pulito e tagliente il filo della lama.

In Europa, i primi rasoi a mano libera di tipo moderno sono stati prodotti a Sheffield nel 1860.
Già nel 1740, Benjamin Huntsman produceva rasoi del tutto simili a quelli prodotti oggi con manici decorati e lama scavata partendo da acciaio pressofuso utilizzando una procedura di sua invenzione. Il sistema inventato da Huntsman fu prontamente adottato dai produttori Francesi mentre solo più tardi dagli artigiani inglesi. Anche molti artigiani tedeschi sono stati o sono tuttora rinomati produttori di rasoi a mano libera. In particolare, nella zona di Solingen (Renania Settentrionale - Vestfalia) per cui è uso chiamare i rasoi prodotti in tale circondario come rasoi Solingen.
I rasoi a mano libera sono stati di ampio utilizzo per tutto l'800 e in molti paesi fino a metà del 900. Tuttavia furono rimpiazzati da altre tipologie di rasoi e in particolare dai rasoi di sicurezza a lametta intercambiabile inventati da King C. Gilette. Questi rasoi utilizzano lamette usa e getta che non richiedono né affilatura né l'utilizzo della coramella. Inoltre il loro costo iniziale è relativamente basso sebbene la necessità del riacquisto di lamette renda il loro uso costoso nel tempo.


I rasoi a mano libera erano molto utilizzati anche dai barbieri; infatti, sebbene l'uso personale richieda una certa maestria, si prestano ad essere facilmente usati per radere un'altra persona. Tuttavia, motivazioni igieniche e leggi in materia, li hanno fatti abbandonare a favore degli Shavette.



Le parti principali di un rasoio a mano libera a serramanico sono:
  • guancette: sono le due parti principali che costituiscono il manico a protezione della lama una volta richiuso il rasoio. Nei rasoi moderni sono tipicamente di materiali plastici o di legno. In passato sono stati utilizzati anche altri materiali come avorio, celluloide, osso, etc. 
  • A volte sono chiamate anche scaglie dalla trasposizione dell'ingelese scales.
  • perno: è il piccolo rivetto sul quale ruota la lama per renderne possibile la chiusura nel manico.
  • codolo o appoggiadito: è la parte del rasoio, tipicamente sottile, che funziona sia come leva per aprire il rasoio che come appoggio per le ultime dita della mano durante la rasatura. Spesso la parte superiore è ornata o zigrinata di modo da permettere un appoggio più saldo.
  • impugnatura: è la parte di rasoio prima della lama vera e propria. Tipicamente impugnata con le prime dita della mano e il pollice, è spesso ornata o zigrinata nella parte superiore o anche nella parte inferiore per rendere la presa più salda. L'impugnatura a volte presenta delle scritte incise che riportano il nome del produttore, il modello del rasoio o anche dei semplici motti.
  • stabilizzatore: parte trasversale rispetto alla lama vera e propria dove questa si unisce all'impugnatura. Può essere singolo, doppio oppure anche assente e ha la funzione di ridurre la vibrazione della lama e il suo flettersi durante la rasatura.
  • bisello: parte della lama assottigliata in corrispondenza del filo tagliente.
  • costa: detta anche dorso è la parte della lama all'opposto del filo. Ha due funzioni principali: rendere rigida la lama durante l'utilizzo ma soprattutto permettere una corretta affilatura del rasoio. Infatti, la lama viene posta sulla pietra da affilare appoggiando sia la costa che il bisello. Lo spessore della costa determina con precisione l'angolo di bisellatura.
  • punta: è la parte finale della lama. Può avere differenti fogge in cui il punto di raccordo con la lama può essere più o meno arrotondato.
Bene, credo che di avervi raccontato proprio tutto ma, nella mia ricerca, ho trovato un forum in cui parecchi uomini si consigliavano sulla rasatura del viso e le relative cure per le infiammazioni della cute.
Uno di questi vantava le lodi della rasatura effettuata con rasoio a mano libera e raccontava di farsela fare da Pinuzzo, suo barbiere di fiducia, in Sicilia.
Quest'anno, tornato in vacanza in Sicilia e tornato a usufruire dei sevigi di Pinuzzo, lui gli confessava di averci provato a rasarsi così ma con pessimi risultati.
E Pinuzzo, che è già nei nostri cuori, gli ha risposto (segue traduzione dal siciliano):

" il rasoio a mano libera lo possiamo usare noi e i killer della mafia" (cit. Pinuzzo)

IL MIO RASOIO IN VENDITA SU ETSY:

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