da Varese, le odierne peripezie ed i mille interessi di una stramba famiglia di tatuatori!

Ho sempre pensato che la mia vita è piena di gente interessante e folkloristica, di gente colorata e gente molto dark,
di occasioni speciali, di fotografie, libri e scambi di informazioni...
Vorrei queste pagine fossero un'occasione per contaminarci e sorriderci su!!!!


Se desiderate contattarmi per qualsiasi chiarimento, opinione o scambio di vedute mi trovate qua: artistichousewife@hotmail.it

lunedì 1 agosto 2016

Namazu, il creatore dei terremoti

Nel novembre del 1855 la città di Edo (oggi attuale Tokyo) fu colpita da un grande terremoto che portò alla perdita di 7.000 vite e ingenti danni alla città e alle coltivazioni.
In pochi giorni dalla ripresa vennero pubblicate delle nuove stampe xilografiche conosciute col nome di NAMAZU-E (letteralmente immagini di pesce gatto) che divennero molto popolari tra gli abitanti della sfortunata città.

(in questa stampa i terremotati se la prendono con Namazu)

Queste stampe mostravano NAMAZU un pesce gatto dalle gigantesche dimensioni che veniva ritenuto la causa dei terremoti quando si agitava nelle sue tane sotterranee e oltre a portare ilarità e critica della società dei tempi, molti affermavano che avessero un effetto protettivo contro futuri terremoti.

Tuttavia la produzione di tale stampe durò solo un paio di mesi perché poi la Censura editoriale dei tempi ne proibì la distribuzione. Per fortuna molte di queste sono pervenute sino ai giorni nostri.



Namazu viene solitamente tenuto a bada dal Dio KAHIMA e dalla sua grande roccia conosciuta col nome di KANAME-ISHI.
Per giustificare il terremoto del 1855 si iniziò a raccontare che KASHIMA era andato fuori città lasciando a EBISU, il Dio della pesca e del commercio) il compito di badare a NAMAZU.
E come potete notare nella stampa EBISU si addormenta appoggiato al grande masso e NAMAZU ne approfitta per scatenare la distruzione della città.
Allora KASHIMA è costretto a rientrare velocemente a casa a cavallo mentre Edo brucia e RAIJIN, il dio del tuono, defeca tamburi sopra la città.
Grandi monete d'oro cadono dal cielo, simboleggiando la redistribuzione della ricchezza durante la fase di ricostruzione.


In quest'altra stampa invece KASHIMA e NAMAZU sono impegnati in una sorta di tiro alla fune del collo. A supportare KASHIMA è la gente della città mentre NAMAZU può contare sul supporto di quelli che svolgono lavori di ricostruzione e che quindi godono dei disastri ambientali per avere maggiore richiesta di lavoro (lavoranti edili, giornalisti, vigili del fuoco...)


Questa è la prima stampa a tema NAMAZU ed è stata prodotta due giorni dopo il terremoto da KYOSAI KAWANABE e ROBUN KANAGAKI. Il disegno si riferisce ad un gioco kabuki molto popolare all'epoca e influenzò tutte le stampe che seguirono e trattarono questo tema.


Questa è una delle stampe che volevano avere una funzione protettiva per l'abitazione in caso di nuovo terremoto e veniva appesa sul soffitto. Essa mostra tutti i NAMAZU che chiedono scusa al Dio KASHIMA per aver fatto disastro mentre era lontano da casa.



In questa invece una folla di cittadini si riversa contro un NAMAZU e i suoi figli.

 Qua viene mostrato anche il lato buono dei NAMAZU visto che si prodigano a salvare dalle macerie gli abitanti della città.


Qua KASHIMA trattiene un NAMAZU utilizzando la roccia KANAME-ISHI.


Questa stampa è un riferimento al vecchio detto giapponese: "Le cose più spaventose sono terremoti, tuoni, incendi, e padri." Qui, un NAMAZU gioca JANKEN (una sorta di sasso, forbici e carta) con gli dei del tuono e del fuoco, mentre un uomo anziano (il padre) sta a guardare.


Questa stampa, che mostra un NAMAZU mentre punisce un uomo ricco e famoso attore, illustrando una teoria popolare che sostiene che agli Dei è deliberatamente consentito causare il terremoto per rettificare alcuni degli squilibri nel mondo procurati dall'uomo.



Gli spiriti degli alberi

Un Kodama nella tradizione giapponese è uno spirito che risiede negli alberi antichi.


Esitono tre diversi modi di scrivere in kanji la parola KODAMA. Uno di questi, il più antico, ha un significato molto ambiguo. La parola stessa è composta dal kanji KO che significa vecchio, DA che significa molti e MA che significa diecimila.
Negli anni il modo di scrivere la parola KODAMA cambiò e divenne formata da KO che significa albero e DAMA che significa anima.


Il KODAMA inizialmente era considerato uno "spirito della natura" ovvero un KAMI, uno spirito capace di spostarsi da albero ad albero e che sapeva imitare i suoni della natura e le voci umane creando anche il fenomeno dell'eco.
Poichè i KODAMA sono creature dai poteri straordinari, abbattere un albero ritenuto dimora di uno di loro era considerato fonte di grande sventura.
Per questo motivo i giapponesi usano segnalare gli alberi antichi con la corda sacra chiamata SHIMENAWA.

 
Le SHIMENAWA (letteralmente: corda delimitante) sono corde di canapa e paglia di riso usate per i rituali di purificazione nello Shintoismo. Il diametro di tali corde può variare da pochi centimetri a diversi metri e di solito vengono decorate con uno SHIDE ovvero un pezzo di carta bianca piegata a forma di fulmine.



La sua funzione è di separare il mondo terreno, rappresentato dalla società umana, da quello ultraterreno simboleggiato da santuari.
Si possono trovare in molti luoghi, su rocce dalla forma insolita presso la costa, attorno a massi o a grossi alberi.

 
Inoltre, delimitare l'area attorno ad un santuario o un oggetto di culto con una corda ha la funzione di esorcizzare calamità e malasorte. Viene considerata la prova che l'oggetto avvolto o l'area delimitata è residenza di una entità divina.


Durante il capodanno Giapponese è tradizione avvolgerle al cancello di ogni casa, alle entrate, all'automobile o alla bicicletta, per tenere lontana la sfortuna e le disgrazie per l'anno nuovo.

 
Nel Sumo, solo allo YOKOZUNA, il titolo di maggiore prestigio, è consentito portare avvolta alla vita una SHIMENAWA, evidenziandone così l'unicità e la sacralità.

 
Ancor oggi nelle risaie, si estendono attorno al punto dov'è caduto un fulmine, annodandole a canne verdi di bambù. Queste pratiche per propiziare un abbondante raccolto variano di regione in regione.


Secondo lo shintoismo la paglia da usare non è quella delle piante dopo il raccolto, ma quella ottenuta facendo essiccare le pianticelle di riso ancora verdi prima della nascita dei germogli.
Il materiale adeguato per produrre una SHIMENAWA si ottiene mescolando in proporzioni uno a cinque la canapa e la paglia di riso, il tutto ben pressato in modo da rimuovere gli oli vegetali.

Ma tornando ai nostri KODAMA: vederne uno è reputato un buon auspicio perché significa che il luogo è vitale e pieno di energia positiva.


Intorno al periodo Edo, i KODAMA persero il loro rango di dei della foresta e sono stati inclusi tra gli YOKAI, spiriti onnipresenti nella tradizione giapponese.

Nessuno è d'accordo sull'aspetto dei KODAMA.
Nelle antiche leggende o sono invisibili o sono indistinguibili dagli alberi normali.


E per chi come noi è fanatico dei lungometraggi di Miyazaki sicuramente ricorda nella "Principessa Mononoke" quelle buffe spettrali apparizioni che raffiguravano proprio gli spiriti degli alberi.


Vorrei ricordare che esistono tutt'oggi meravigliosi Festival dove vengono festeggiati i KODAMA che abitano piante secolari tipo:

***KODAMA MATSURI CHOSENJI TEMPLE
Questo splendido tempio diviene meta di pellegrinaggio dai primi di maggio per la splendida fioritura di un glicine viola di  650 anni. Esso è infatti ritenuto monumento naturale dalla Prefettura di Saitama, Kanto dal 1959.


Questo meraviglioso antenato ha una base del tronco un diametro di 3.5 metri e la sua chioma viene divisa in 7 tronchi principali che magnificano il giardino con grappoli della lunghezza di 1 metro, 1 metro e mezzo.


Voglio cercare un tutorial perchè vorrei contrassegnare dei centenari di Duno... sono alberi che hanno visto altri tempi e non ci si dovrebbe dimenticare di rispettarli e proteggerli.

Vi terrò informati!

Buona giornata a tutti!

venerdì 17 giugno 2016

la festa di Tanabata

In questi giorni sto leggendo un libro di uno scrittore giapponese: "il gatto venuto dal cielo" dello scrittore giapponese Takashi Hiraide.


Ovvio che la mia scelta su questo libro è stata ben influenzata dal fatto che il protagonista sia un gatto, anzi più precisamente, una gatta di nome Chibi.

Non l'ho ancora terminato e quindi non voglio dare né pareri né tanto meno spoilerare il libro ma, come sempre, gustandosi il frutto dell'ingegno di un romanziere si scoprono anche usanze e tradizioni della vita e dell'ambiente in cui il libro viene creato.

Così ho appreso che il 7 luglio, giorno del mio compleanno, in giappone si si festeggia una tradizione molto amata: la festa di Tanabata.

La parola Tanabata vuol dire letteralmente "settima notte" ed è una festa tradizionale giapponese derivante dall'analoga festa cinese di Qixi.

In tale occasione viene celebrato il ricongiungimento di due divinità: Orihime e Hikoboshi, rappresentanti rispettivamente le stelle Vega e Altair.


In alcune regioni tale ricorrenza cade il 7 agosto poiché dal 1873 il Giappone adottò il calendario gregoriano e la data originaria mutò a seconda del calendario di riferimento.
Resta comunque una delle cinque feste tradizionali più importanti e amate dai giapponesi.

Una piccola parentesi: le feste tradizionali del calendario giapponese si chiamano Gosekku e vengono celebrate ai cambi di stagione:

* JINJTSU (festa delle 7erbe) - 7 gennaio
* HINAMATSURI (festa delle bambine) - 3 marzo
* KODOMO NO HI (festa dei bambini) - 5 maggio
* TANABATA ( festa della settima notte) - 7 luglio
* KIKU NO SEKKU (festa dei crisantemi) - 9 settembre

Il festival di Tanabata fu una tradizione importata falla Cina nel 755 dall'imperatrice Koken guadagnando popolarità soprattutto durante il periodo Edo.
Ogni regione festeggia questa data in maniera differente ma in generale resta immancabile l'usanza di scrivere i propri desideri su piccole strisce di cara chiamate TANZAKU per poi legarle agli alberi di bambù.



La festa trae le sue origini da una leggenda cinese che vede come protagonisti la bella tessitrice Orihime e il mandriano Hikoboshi (che rappresentano le stelle Vega e Altair) innamorarsi follemente a tal punto di trascurare i loro doveri facendo così infuriare il padre di lei, TENTEI, il Dio del cielo.
Vennero puniti e confinati sulle rive opposte della Via Lattea e fu impedito loro di incontrarsi tutto l'anno eccetto la settima notte del settimo mese.

Così per celebrare il loro incontro e il loro amore i giapponesi si riversano per le strade illuminate dalle luci delle ZEN WASHI, le tipiche lanterne di carta e indossano il tradizionale YUKATA, il kimono di cotone primaverile.



Si percorrono i grandi viali decorati appendendo le strisce di carta colorata che simboleggiano i fili di seta intrecciati da Orihime e su di essi vengono scritte preghiere, poesie e desideri.
 In particolare sono attratti da questa usanza i più giovani, che sono soliti chiedere fortuna nell'amore e, nei tempi più recenti, nello studio.




Il bambù è considerato il simbolo principale della festa di Tanabata.
E' possibile trovare le sue canne ornare gli usci delle abitazioni, mentre in alcune regioni, le foglie vengono fatte galleggiare sui fiumi insieme a lanterne di carta.

A tal proposito esiste una famosa canzone popolare, spesso recitata dai bimbi durante il giorno di festa:

 « ささのは さらさら (Sasa no ha sara-sara)
のきばに ゆれる (nokiba ni yureru)
お星さま きらきら (Ohoshi-sama kira-kira)
きんぎん すなご (kingin sunago)
ごしきの たんざ (Goshiki no tanzaku)
わたしが かいた (watashi ga kaita)
お星さま きらきら (Ohoshi-sama kira-kira)
空から 見てる (sora kara miteiru). »

« Le foglie di bambù frusciano
vicino le gronde ondeggiando
Le stelle luccicano
granelli d'oro e argento
Le strisce di carta dai cinque colori
ho già scritto
Le stelle luccicano
e ci guardano dal cielo. »


Il più grande festival di Tanabata si tiene a Hiratsuka (Kanagawa) nei primi giorni di luglio.
Nelle regioni di Hokuriku e Tohoku, la gente bruciava incenso, e gli agricoltori pregavano per un buon raccolto, costruendo cavalli di paglia in onore della divinità protettrice del risone.
A Sendai, il bambù veniva prima tagliato in piccoli rami e usato come decorazione, e successivamente gettato nel fiume Hirose la mattina del 7º giorno mentre la gente faceva il bagno o faceva il bucato nel fiume.

Quest'anno festeggerò il mio 42esimo compleanno in un nuovo modo e rivolgerò un pensiero alla festa delle stelle innamorate.

***Miss***



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